Guardando questo speciale e collettivo volume sulle meraviglie del paesaggio silano, è facile che possa venire in mente la celebre formula di Spinoza, “Deos sive natura”, con la quale il filosofo olandese sovrappone natura e divinità, creatore e creato. A questa inscindibile unità fanno infatti pensare il silenzio atemporale di queste immagini nelle quali il colore si studia di aderire e riprodurre il largo spettro cromatico del paesaggio appenninico, che va dal bianco della neve alle più inconsuete cromie delle foglie, e l’imperturbabilità di una concrezione naturale che la presenza umana non riesce a turbare. […]
Questo viaggio, reiterato attraverso le principali stagioni, si è trasformato in una straordinaria esperienza esistenziale, in un itinerario della memoria che si coglie nel lavoro di ogni singolo fotografo e nelle scelte tecniche ed espressive individuali. Antonio Armentano, ad esempio, sceglie la storia nel ripercorrere il passato di luoghi abitati sin dall’antichità ed evocati nel suo ideale tragitto lungo il corso del fiume. I medesimi spazi rivivono nelle polaroid di Antonio Manta e di Paolo Pagni, in una interpretazione del paesaggio che va oltre la tradizionale istantaneità per trattenere con un gesto qualcosa di impalpabile e sfuggente coe l’atmosfera, l’emozione, cogliendo e sottolineando con vigore colori e suggestioni di un territorio in cui sembra regnare il silenzio. Mentre il primo mantiene il senso della profondità e con i suoi interventi accresce la percezione di uno spazio brulicante di vita, il secondo lavora sul dettaglio e trasforma le proprie immagini, virandole in cromatismi accesi e irreali, quasi astratte. […] Elena Paloscia, dalla prefazione al libro.