Autore: Francesco D’Alessandro
Testi: Peppino Alario, Fiorenzo Marino, Pippo Pappalardo e Giuliana Scimè
Pagine: 192 in tricromia
Anno: 2009
Formato: 240×300 mm.
Confezione: Rilegatura cartonata
ISBN 978-88-95388-05-2
€ 35,00
Un personale e intrigante rilettura lenticolare ma trasfigurante del mondo naturale, visto con l’occhio di un poeta non terrestre che per la prima volta si trovasse davanti un fiore dei nostri campi, un tronco della nostra infinita varietà di alberi, la forma levigata e lucida di una zucca o le membra e il volto antico di una persona. Una poetica immaginazione che D’Alessandro fa scaturire dall’estrema prossimità spaziale, che è nello stesso tempo una prossimità alle ragioni della meno appariscente vocazione fantastica della fotografia. […]
“Francesco brucia ogni scoria e con amorosa sintesi coglie la pura fiamma, siglando unità poetica tra elementi disomogenei. Il metamorfismo immaginativo, incanalato nella natura corsiva della stesura finale, rappresenta, a mio avviso, l’aspetto essenziale del lirico mélange messo a punto con ostinata concentrazione ma anche con delicato spirito naïf. […] Nella sua lunga ricerca, nelle sue sperimentazioni non finalizzate se non alla pratica del costruirsi, ha finito con l’elaborare i frutti di vaste e inconsce letture e dell’incontro con compilazioni esterne al suo mondo, ma mai una ripetizione di seconda mano si ravvisa nel suo operare, semmai le sue immagini, quelle di questo libro, descrivono una progressione ascendente verso un ineffabile culmine. […] Peppino Alario, dalla prefazione al libro.