Autore: Franco Carlisi
Testi: Andrea Camilleri, Vito Bianco e Gianmaria Testa
Pagine: 208 Stampa in tricromia
Lingua: Italiano/Inglese
Anno: 2010
Formato: 240×330 mm.
Confezione: Rilegatura cartonata con dorso in tela
ISBN 978-88-95388-07-6
€ 32,00
Vincitore Premio Bastianelli 2011.
Oltre cento immagini in bianco e nero raccolte come appunti a margine di
una partitura che si ripete quasi immutata da secoli, per raccontare
con sguardo a volte austeramente poetico, a volte ironico e
disincantato, le sorprese emotive di uno dei riti di passaggio
fondamentali della nostra società. Il Valzer di un giorno è una
spiazzante esplorazione fotografica sul matrimonio siciliano. “L’occhio
di Franco Carlisi – scrive Andrea Camilleri – coglie continuamente dei
“fuori campo” e ce li restituisce, direi proprio da narratore, con
straordinaria vivezza e intensità. Le foto matrimoniali di solito
anelano all’evanescenza, alla leggerezza, alla purezza, alla solennità.
Invece, attraverso lo sguardo di Carlisi, tutto diventa carnale, vissuto
forte, reale, senza mezze tinte”. Il libro più che sulla sacralità del
matrimonio si sofferma sulla sacralità della vita, al di là e al di
sopra di ogni costruzione ideologica . La varietà e la complessità delle
fotografie di Carlisi riescono a saldare la registrazione
sociologicamente puntuale di una sicilianità residuale con una sua
trascrizione surreale e visionaria. […]
Il modo di vedere di Franco coincide col particolare tipo di “immaginazione” che accompagna la sua percezione fotografica, che è una percezione a stretto contatto con la fisicità delle cose e degli esseri, e dunque coinvolta e coinvolgente, non aerea e non ideale, e se un mistero c’è è quello delle vite nel vortice mutevole delle opere e dei giorni in fuga. Sposarsi fa parte di questa faticosa temporalità a termine; è un rito di passaggio decisivo, perciò non poteva non incuriosirlo e sfidarlo a una visione nuova, a una serie di visioni che compongono una specie di polittico sul sacramento del matrimonio, nel quale del sacramento viene rubato soprattutto l’imprevisto e l’intimo di ciò che sacro non è: il prima, il nascosto, l’allegria e la distrazione; l’ombra che proiettano le cose che cominciano facendone simbolicamente finire altre: la giovinezza; l’illusione di un’energia perenne sulla scia di un tempo interminabile.[…] Vito Bianco, dalla prefazione al libro.