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ARTISTI PRESENTI NEL NUMERO 83

Novità editoriali

Paolo Ferrari: LA NATURA DELLE COSE

Paolo Ferrari: LA NATURA DELLE COSE

C’è un ordine nelle cose, una giusta misura, un equilibrio.
E qualora non ci fosse, qualora fosse il caos, il disordine, a regolare la natura, la società, fino al paesaggio umanizzato, allora ecco intervenire lo sguardo di Paolo Ferrari, che nella oggettività disorganizzata, trova la materia, la sostanza primordiale per la formazione del proprio mondo ordinato, il proprio cosmo. Come gli antichi filosofi  attingevano dal dato sensoriale per disquisire sul mondo dell’invisibile, così negli scatti dell’autore la realtà raccolta prende vita e corpo trasformandosi in metafora del  quotidiano animato, anzi umanizzato, aperto agli sguardi. La contemplazione è dunque il punto di partenza e il punto di arrivo; l’assenza di eccessi determina una visione  classica di eleganza, serenità ed equilibrio. In coerenza con questo presupposto, l’attrazione che il cosmo ordinato esercita sull’uomo, in virtù della bellezza che esprime, è da sempre legata all’idea di forma eidos, che coincide con la “cosa veduta”. E perché non traslare il concetto alla “cosa fotografata”? Lo sguardo vede, sceglie, raccoglie, ferma il tempo e crea lo spazio [...]
(dal testo di Stefania Lasagni)


Il perturbante fascino di un’altalena, un salto nel vuoto, quella vertigine intesa come ebbrezza che – sollevandomi dal mondo reale e dalla sfera razionale – mi porta in quella Terra di Mezzo sospesa, sull’orlo di un imponderabile abisso nel cui buio mi appare il gorgo della vita. Impossibile sottrarmi a questo gioco capace di risvegliare il senso di  meraviglia, in una sorta di monologo tra me e me, che indaga sulle molte sfaccettature della natura delle cose. Attraverso ombre e riflessi mi accorgo che togliendo me stessa dalle cose che mi circondano, restituisco loro la propria originaria dignità e, con essa, anche un’autonomia dalla mia attenzione, dalla mia energia, che le svincola e permette loro di librarsi. Il mondo diviene specchio dei miei contenuti più nascosti e delle mie proiezioni, in modo del tutto inconscio e involontario. Finestre come punti di  osservazione e dialogo. Voli di stormi che suscitano la mia immaginazione. Contesti protesi a farmi tendere l’orecchio alla straordinaria sinfonia dell’esistenza. Quello di  Paolo Ferrari è un libro scritto con la fotografia come comunicazione fondata sulla trasmissione di messaggi autentici, rispondenti all’essere dell’autore e impossibili da racchiudere nella mera convenzione del parlato.
(Daniela Bazzani)



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Alessandro Mallamaci: Un luogo bello  •      L I B R O      •         N  O  V  I  T  A'

Alessandro Mallamaci: Un luogo bello • L I B R O • N O V I T A'

Un progetto pluripremiato:

  • Winner of the InTarget Award and selected for an exhibition at the Photolux Festival, Lucca, Italy, 2024.
  • Selected for the Lishui Photography Festival, Lishui, China, 2023.
  • Winner of the Open Call and selected for The performing photobook exhibition, curated by Francesca Serravalle at the Format International Photography Festival, Derby, UK, 2023.
  • Winner of the Open Call, juried by Paul D’Amato, and selected for the Back on the Shelf book exhibition, at Filter Photo, Chicago, USA, 2023.
  • Winner of the International Open Submission and selected for the Photobook exhibition at the Belfast Photo Festival, Belfast, UK, 2022.

Il titolo è: “Un luogo bello”

Due sono i punti di riferimento che Alessandro Mallamaci ci offre per entrare nel merito della sua narrazione. Il primo è geografico: “La vallata della fiumara Sant’Agata trova asilo tra la terra rossa delle montagne dell’Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria, e si spinge verso il mare, fino a tuffarsi nello stretto di Messina. Il nome del corso d’acqua ha origine dal greco aghatè, che si lega a concetti quali bellezza, bontà, e nobiltà; come se i viaggiatori del periodo magnogreco avessero subìto l’incanto di questo luogo”. Il secondo è affettivo, una sorta di postfazione che intende chiarire il titolo del suo lavoro: “Questo è il mio paesaggio. Non posso non amarlo. È un luogo bello”. Una spiegazione non richiesta che mette in evidenza, da subito, dalla prima immagine, un legame forte ma anche consapevole e doloroso nei confronti di un paesaggio amato.

Ora il viaggio può iniziare. Siamo in Calabria, nei luoghi nei quali Mallamaci vive. Luoghi che mettono a confronto paesaggi sublimi e speculazioni edilizie, natura incontaminata e natura corrotta dall’uomo e dalle sue storie, reperti storici e rifiuti industriali, tradizioni popolari ricche di fascino e governo della ‘Ndrangheta. Le contraddizioni, come lui stesso sottolinea, sono il leitmotiv di questa zona d’Italia e tra queste alternanze, per cinque anni, Mallamaci si muove e lavora. Cerca per la sua fotografia una distanza equa che faccia dialogare dettagli e visioni allargate, persone e cose, che costruisca un itinerario che si sviluppa in verticale nel quale si inseriscano – quasi una pausa – visioni orizzontali.

(dal testo di Giovanna Calvenzi)

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Antonella Monzoni: DIMENTICANZA - Nuova Collana CAPSULE PHOTO di Gente di Fotografia

Antonella Monzoni: DIMENTICANZA - Nuova Collana CAPSULE PHOTO di Gente di Fotografia

Dimenticanza è una sorta di memoir che ho realizzato nel 2020, durante la pandemia, per fermare sulla carta l’amore che mi lega a mia madre, scomparsa nel 2019.
Contiene fotografie trovate nei suoi cassetti, fotografie che la ritraggono nell’ultimo periodo della malattia durata più di 7 anni, fotografie che nell’arco di quel lungo difficile tempo scattavo senza consapevolezze precise e che si sono palesate come collante ideale per il racconto emozionale che volevo trasmettere.
Ho impiegato 5 anni per decidere di pubblicare questo libro, prima non ne sono stata capace.
È il mio piccolo scrigno di vissuto e di sentimenti, è la testimonianza di un dolore indimenticato e indimenticabile.

(dal testo di Antonella Monzoni)

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Giacomo Sinibaldi: PESCARA. MOTO PERPETUO

Giacomo Sinibaldi: PESCARA. MOTO PERPETUO

Lo sguardo di Giacomo Sinibaldi si manifesta attraverso immagini essenziali nella loro composizione, ma che rivelano una profonda e complessa narrativa. Le sue fotografie, frutto di una costante ricerca del quotidiano e del consueto, riprendono scorci e dettagli che convivono sincronicamente nello spazio urbano, e sono il risultato di un’attenzione volta a trovare connessioni e incontri tra geometrie, colori ed altri elementi che partecipano a comporre uno speci.co vocabolario visivo, mirato a sintetizzare e metaforizzare le suggestioni percepite passeggiando nella città. L’autore ritrae una realtà che si rivela al suo sguardo come una densa visione, e utilizzando scritte e segni come elementi visivi e come indizi della presenza umana, della storia dei luoghi e delle tradizioni passate, riesce a far emergere particolari nascosti sotto la superficie, che agiscono come punti di riferimento e di guida per condurre l’osservatore in un viaggio dentro la città di Pescara, nelle sue trasformazioni e nel suo continuo movimento.

(dal testo di Massimo Agus)

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Andrea Coletti, Giampiero Duronio, Sergio Maritato: foglio 68 L'Aquila

Andrea Coletti, Giampiero Duronio, Sergio Maritato: foglio 68 L'Aquila

“Umanamente necessario”. Sono queste le parole con le quali gli autori del progetto fotografico”foglio 68 L’Aquila” descrivono l'esigenza che li ha spinti ad osservare, indagare e in qualche modo ricomporre le fratture, le faglie e le contraddizioni di Luogo complesso come Pettino. Un'esigenza, quella rappresentata da Andrea Coletti, Giampiero Duronio e Sergio Maritato, che l'Ordine degli Architetti P.P. e C. della Provincia dell’Aquila, attraverso il proprio patrocinio, ha sentito di dover condividere in ogni sua sfumatura, intenzione, obiettivo. La riappropriazione materiale e immateriale di quegli spazi urbani spesso superficialmente definiti come periferici – sarebbe forse più giusto definirli laterali, decentrati o, ancora meglio, per usare uno dei concetti-guida del progetto qui pubblicato, liminali – , quale è senza dubbio quello che insiste sul territorio di Pettino, infatti, è o dovrebbe essere uno degli scopi principali cui l'architettura contemporanea, intesa tout court, dovrebbe tendere sempre. Perché, nel contesto storico di questa epoca, che è epoca della tecnica, del virtuale e, presto, del transumano, non c'è cosa più necessaria di questa; necessaria umanamente, certo, ma pure socialmente, culturalmente e, nel caso del nostro Ordine, persino professionalmente. È, infatti, solo attraverso una possibile riappropriazione di tali spazi che il Luogo senza volto per eccellenza – quello marginale, laterale, che nello sguardo è relegato al secondo piano – può trasformarsi in Paesaggio propriamente detto: uno spazio, cioè, finalmente dotato di senso e capace di produrne ancora nel futuro.”foglio 68 L’Aquila” procede esattamente in questa direzione, riuscendo, attraverso lo sguardo fotografico, a disegnare i lineamenti di un Luogo come Pettino, affinché esso possa mutare in qualcosa di altro, di diverso. In qualcosa che, insomma, sia in grado di generare senso per chi ci vive o per chi, semplicemente, è di passaggio.

(dal testo introduttivo di Sara Liberatore - Presidente Ordine degli Architetti della Provincia di L’Aquila)

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Giorgio Dellacasa: LA HABANA - FOTOGRAFIE DA UNA CITTÀ CHE RICAMBIA LO SGUARDO

Giorgio Dellacasa: LA HABANA - FOTOGRAFIE DA UNA CITTÀ CHE RICAMBIA LO SGUARDO

Le immagini di Giorgio Dellacasa, figlie della seconda generazione di fotografi occidentali approdata sull’isola tra la fine del secolo scorso e i giorni nostri, fra cui Martin Parr e soprattutto Alex Webb, sembrerebbero inscriversi a pieno titolo nella street photography. Sembrerebbero: il condizionale è d’obbligo ed è dovuto a quell’istinto da viaggiatore autentico che muove l’essere umano alla comprensione e alla scoperta, rifuggendo invece ogni forma di predazione, inclusa la predazione visiva di cui sovente è pervasa la fotografia di strada.
I brevi testi autografi che corredano il libro lo trasformano idealmente in una sorta di taccuino illustrato e ci consentono di entrare  in maniera non invasiva negli ambienti nevralgici e periferici della capitale.
A partire dal titolo, in cui compare il verbo  ricambiare  e dall’uso  consapevole degli strumenti offerti dalla grammatica fotografica,  rimandano a un colloquio amicale.

Le luci morbide o filtrate addolciscono i toni, aprendosi all’intimità; le ampie e taglienti zone d’ombra segnano forse un silenzio impenetrabile, stabilendo un limite alla nostra saccenza; la vicinanza o la distanza con i soggetti, nonché i loro gesti, misurano lo spazio d’interlocuzione, ammettendo diversi gradi di confidenza. Ancora, poiché presenti in varie immagini: le quinte o le «inquadrature naturali», come le definiva Luigi Ghirri, oltre a dirigere lo sguardo, di nuovo funzionano da elementi discorsivi, introducendo brevi ma acuti incisi al dialogo.

In sostanza, Giorgio Dellacasa non parla di La Habana, parla con La Habana.

(dall'introduzione di Laura Manione)

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Mario Cucchi: C'est la vie...

Mario Cucchi: C'est la vie...

Fotografie di oggetti ben composti ma con qualcosa di anomalo, che li fa somigliare a surreali e stravaganti giocattoli. Però senza nessuna tensione drammatica, senza nessuna atmosfera inquietante. Pure il bianco e nero si presenta lieve. E la composizione risulta equilibrata, perfetta, come solo sa fare un maestro dello still life, quale Mario Cucchi indubbiamente è. Anche il titolo, C’est la vie, ha qualcosa di giocoso, ma con una punta di amarezza.

(dall’introduzione di Gigliola Foschi)

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Giuliana Mariniello: LA CITTÀ VISIBILE (The Visible City)

Giuliana Mariniello: LA CITTÀ VISIBILE (The Visible City)

[...] La città che Giuliana Mariniello sceglie di raffigurare è quella che mostrano gli occhi: caratterizzata da impalcature rivestite di teloni decorati con immagini pubblicitarie o da riproduzioni della struttura architettonica occultata; è lo spazio punteggiato da tabelloni per affissioni collocati sullo sfondo degli edifici; sono automezzi pubblici travestiti con decalcomanie. La sua trascrizione fotografica di questo ambiente, che quasi sempre percepiamo inconsciamente e senza impegnarci a guardare per capire, è riletto mediante un’inquadratura selettiva e con l’uso sapiente dell’à plat di tradizione matissiana, in modo da trasformare radicalmente i rapporti prossemici fra le cose rappresentate e suscitare nuovi significati, frequentemente carichi d’ironia.[...]

(dall’introduzione di Massimo Mussini)

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ULTIMO NUMERO

Anno XXX #83

Anno XXX #83

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Rivista semestrale.

172 pagine, formato mm 220 x 300.

La pubblicazione si rivolge ad amanti della fotografia, fotografi professionisti, artisti, galleristi e operatori del settore culturale come fonte di approfondimento, confronto e anticipazione delle tendenze creative.

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SOMMARIO N.83

Foto di copertina © Antonella Monzoni

Editoriale
CECITÀ 
di FRANCO CARLISI 

Portfolio
Lorenzo Cicconi Massi 
I VECCHI, SPETTRI DEL TEMPO 
di ENRICO PALMA
Fabio Domenicali 
TEREN ZIELONY 
di MARCO UNIA
Simone Letari 
UNA GRAPPA CON LO ZUCCHERO 
di GABRIELLA CORBO
Ornella Mazzola 
IL TUTÙ DELLA VITA 
di SARAH DIERNA
Zhang Chenglong 
INCRESPATURE DELL’INTERNO 
di DARIA BAGLIERI
Giuseppe Vitale 
LIBERARSI DALLA RAPPRESENTAZIONE 
di GIOVANNA GAMMAROTA
Luca Gilli 
LA PIENEZZA DELL’ASSENZA 
di ALBERTO GIOVANNI BIUSO
Urs Bernhard 
HOW TO PHOTOGRAPH HAPPINESS? 
di MONICA MAZZOLINI
Max Serradifalco 
HUMANOCENE 
di LOREDANA CAVALIERI
Gloria Oyarzabal 
COLONIALISMO 
di ENRICO MONCADO
Jurgen Onland 
IL PUZZLE DELL’ESISTENZA 
di OSCAR MEO
Livio Bussi 
IN STATO DI GRAZIA 
di PATRIZIA SOMMELLA 

Close Up
FRANCO CARLISI intervista
BARBARA ZANON e FILIPPO VENTURI 

Premi
Premio Luce Iblea 2024 
ANTONELLA MONZONI 
di PIPPO PAPPALARDO 

Libri
Paolo Ferrari 
LA NATURA DELLE COSE 
di STEFANIA LASAGNI
Andrea Coletti, Giampiero Duronio, Sergio Maritato 
Foglio 68 L’AQUILA 
di ANTONELLO FRONGIA
Giacomo Sinibaldi 
PESCARA Moto Perpetuo 
di MASSIMO AGUS
Giuseppe Maurizio Piscopo 
CI HANNO NASCOSTO DANILO DOLCI 
di PIPPO PAPPALARDO

Mostre
IL VITTORIALE DELLE ITALIANE 
di GIUSY RANDAZZO
IMAGENATION MILAN 2024 
di MARIA GRAZIA TERRANA 

Ricordo
Gian Butturini 
TU INTERNI … IO LIBERO 
di GIGLIOLA FOSCHI 

Fiere
Photobasel 2024 

Festival
Cortona On the Move - THIS IS THE END 
di DANILA BERRETTI
Visa pour l’Image 
di FIAMMETTA MARISOL LOMBARDO
Yeast Photo Festival 
FROM PLANET TO PLATE 
di SIMONA LORENZANO